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Unioni Civili: Roma città aperta, Cagliari in attesa

UniCa LGBT
7 feb 2015
Tempo di lettura: 2 min

Aveva fatto discutere, a suo tempo, la decisione del Sindaco Marino, di sposare simbolicamente e civilmente dieci coppie omosessuali unitesi, già precedentemente in matrimonio, all'estero. Dopo mesi di scontri in aula, tra partiti e singoli esponenti delle varie fazioni politiche, è arrivata -così- la risposta della capitale: Sì alle unioni civili, e alla convalida dei matrimoni riscontrati fuori dall'Italia. In data 28 gennaio nell'aula Giulio Cesare in Campidoglio, è stata approva la delibera in cinque articoli, grazie ai voti della maggioranza. Il Sindaco Ignazio Marino ha affermato di ritenersi soddisfatto dell'operato della giunta; il primo cittadino della capitale tiene a precisare che «Roma col suo esempio spera di poter sbloccare le titubanze dei legislatori che da troppi anni eludono un pieno riconoscimento dei diritti civili di tutte le coppie, indipendentemente dal loro orientamento», auspicando inoltre «una legge nazionale entro i primi mesi dell’anno come affermato da Renzi». Anche il nostro sindaco Massimo Zedda, il 20 luglio 2012, con delibera della giunta comunale, fece istituire il Registro delle Unioni di fatto e Convivenze, come previsto dal suo stesso programma politico. Una mossa, però, troppo azzardata e contro -secondo molti- i termini di legge; Dopo aver richiamato il primo cittadino cagliaritano, la prefettura ha ridimensionato qualche mese fa la questione, facendola scivolare tra i programmi ancora da definire. A seguito del passo indietro del comune di Cagliari, nessuna notizia riguardante le unioni civili, nel nostro capoluogo sembrerebbe in via di sviluppo. L'ancora in carica sindaco, non starebbe facendo riferimenti alla questione, destando -sempre più- delusione e impazienza all'interno della comunità lgbt cagliaritana e nelle varie associazioni, che aspettano da tanto, troppo tempo, il varo del registro. Di Martina Casula